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Posted: Friday, 14 June 2019 11:25

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Chianti Classico Collection 2019

June 14: The annual event presenting Chianti Classico Collection at the Stazione Leopolda earlier this year was slightly different in that the doors were open to the public which could taste wines from 197 wineries and 721 labels, writes our Italian journalist friend Rocco Lettieri who is a regular taster at the event. As an experiment, we are publishing the Article in original in Italian language since we have a substantial number of Italians in the list of subscribers to delWine that goes to 71 countries

Per la prima volta la “Collection” ha aperto le porte al pubblico finale che ha così potuto degustare i vini di 197 aziende nel pomeriggio di martedì 12 febbraio. Il profilo di un grande gallo fatto di acini di Sangiovese che esce da una bottiglia di Chianti Classico ha accolto il pubblico della XXVI edizione della Chianti Classico Collection. sempre alla Stazione Leopolda, location che affascina qualsiasi giornalista del mondo che arriva in questa fantastica scenografia. Anche quest’anno i produttori del Gallo Nero hanno presentato le nuove annate del Chianti Classico ai massimi esperti del settore, in un evento che rappresenta un’occasione unica per conoscere a fondo la denominazione, le sue etichette e le ultime novità da uno dei territori vinicoli più importanti del mondo.

Un evento che cresce di anno in anno, come dimostrano i suoi numeri: 197 le aziende presenti in questa edizione che segna il record di presenze di produttori nella storia della “Collection”. 721 le etichette in degustazione per un totale di oltre 9500 bottiglie aperte e servite direttamente dai produttori, ai banchi di assaggio, e da una squadra di 50 sommelier nella due giorni di manifestazione, alla presenza di oltre 250 giornalisti provenienti da 30 diversi paesi del mondo e più di 1800 operatori, italiani e stranieri. 61 le anteprime da botte dell’annata 2018 e 108 le etichette di Chianti Classico Gran Selezione.

“Partecipo alla Collection dalla sua prima edizione ma è la mia prima volta da Presidente” ha affermato Giovanni Manetti, neo eletto Presidente del Consorzio Vino Chianti Classico. “Un onore per me accogliere in questa veste i tanti amici della stampa nazionale e internazionale e del trade qui alla Leopolda. In questi giorni avremo modo di presentare a un pubblico estremamente qualificato il risultato del nostro lavoro. Lo facciamo sempre con una certa emozione e sempre più con la consapevolezza che la strada della qualità e del rispetto del territorio che ci è stato affidato, sia l’unica possibile, non solo per ottenere grandi vini e i risultati straordinari che pubblico e critica ci attribuiscono ormai da molti anni, ma anche per trarre la massima soddisfazione da quello che facciamo ogni giorno”.

Lunedì 11 febbraio, come di consueto, è stato dedicato alla stampa e agli addetti ai lavori, martedì 12 febbraio è stato dedicato alla stampa e, per la prima volta, al consumatore finale, che ha potuto accedere dalle 14.30 alle 19.30, acquistando un biglietto al costo di 40€ (20€ la quota per i sommelier delle principali associazioni nazionali). La Collection ha avuto anche alcuni momenti di approfondimento, come il seminario su alcune eccellenze toscane come le DOP dell’Olio Chianti Classico, del Prosciutto e del pecorino Toscano, ed anche un seminario sul Vinsanto guidato da Daniele Cernilli. Alla Leopolda è stato possibile, inoltre, assaggiare in degustazione anche gli oli delle aziende produttrici di Olio DOP Chianti Classico, altro prodotto di punta del territorio del Gallo Nero insieme al vino.

Ma andiamo per ordine dando spazio ad un altro autorevole nome nel parterre de rois degli ambasciatori ad honorem del Chianti Classico. Ogni anno il Chianti Classico trova sbocchi di mercato in oltre 130 paesi del mondo: una distribuzione capillare per una denominazione che ha tanto da raccontare per esaltare, in uno scenario sempre più globalizzato, la sua unicità. Il Chianti Classico, il territorio vitivinicolo più antico del mondo, rappresenta una delle più belle storie italiane di sempre e come tale ha bisogno dei suoi portabandiera, dei suoi ambasciatori. Dopo la nomina dello scorso anno dei primi cinque ambasciatori ad honorem del Gallo Nero, per il mercato interno e per quelli canadese, americano e giapponese (ne ricordiamo i nomi: Massimo Castellani per l’Italia, Jeffrey Porter per gli USA, Michael Godel e Michaela Morris per il Canada e Isao Miyajima per il Giappone) quest’anno il Consorzio Vino Chianti Classico ha deciso di proporre un’unica candidatura, per il mercato inglese.

Il nome è di grande autorevolezza e ben noto in tutto il mondo enologico: Steven Spurrier, attualmente consultant editor per la rivista Decanter e presidente del Decanter Wine Awards. Una persona con un curriculum da intere pagine. Nel 2017 è stato nominato “Uomo dell’Anno” da Decanter Magazine e Presidente onorario del Wine and Spirit Education Trust. Ma forse non tutti sanno che nel corso di questa sua vita consacrata alla valorizzazione dell’enologia di qualità, Steven Spurrier ha dedicato molto tempo al Chianti Classico ed è stato un antesignano della schiera dei wine critics che hanno creduto nella qualità e potenzialità di sviluppo della denominazione del Gallo Nero.

A fronte della comunicazione della candidatura ad ambasciatore ad honorem del Chianti Classico, Spurrier ha commentato: “Ho partecipato alle Anteprime del Chianti Classico per oltre 20 anni, ma sono un bevitore di Chianti Classico da oltre 50. Spesso mi viene chiesto di esprimere un parere su quale sia il mio vino preferito e io rispondo a questa domanda che ci sono troppi vini ottimi per sceglierne uno preferito, ma che esiste un vino che sempre vorrei avere in cantina e questo è il Chianti Classico, e al giorno d’oggi, per la sua grande qualità, lo penso ancora di più”.

Giovanni Manetti, Presidente del Consorzio Vino Chianti Classico ha dichiarato: “Abbiamo voluto rendere merito a questi professionisti e al tempo stesso legittimarli a portare in alto la bandiera del Gallo nero nei propri mercati di riferimento attraverso un progetto a loro dedicato, nella speranza che nei prossimi anni la squadra degli Ambassador si faccia sempre più numerosa”.

Il Chianti Classico Gallo Nero nel mondo

Nonostante le difficoltà imposte dalla vendemmia 2017 (quantità ridotta del 27% rispetto alla produzione media annua) il 2018 segna un bilancio positivo per i vini del Gallo Nero. A fronte di una lieve riduzione delle “marcature” del prodotto, una flessione che arriva dopo otto anni di crescita ininterrotta delle vendite e che è da imputare sia alla produzione ridotta dell’annata 2017 che, in parte, all’aumento del prezzo del vino sfuso, aumenta il “valore globale” della denominazione.

 Il primo segnale è dato appunto dall’aumento del prezzo dello sfuso (media 2018: 280-310 euro/hl), Per quel che riguarda invece il prodotto imbottigliato, si conferma la tendenza alla crescita del peso - in volumi venduti e in valore - delle tipologie “premium” del Chianti Classico, Riserva e Gran Selezione. Nel 2018 le due tipologie hanno rappresentato, congiuntamente, il 37% della produzione e il 52% del fatturato  (fonte Maxidata). Per quel che riguarda i mercati del Chianti Classico, gli USA si confermano al primo posto, una posizione che ormai detengono da circa 15 anni: oltre una bottiglia su tre di Chianti Classico trova sbocco infatti in questo Paese (34% delle vendite totali, +1% in volume rispetto al 2017); stabile al secondo posto il mercato interno dove oggi viene venduto il 23% del totale dei vini Chianti Classico commercializzati. Il mercato tedesco slitta al quarto posto (8%). A partire dal 2018 appare tra la clientela anche la lontana Australia con l’1%, considerata da molti produttori un altro paese con ottime potenzialità di sviluppo per le vendite di Gallo Nero. Questo, in sintesi, l’andamento economico del Chianti Classico, che presenta alla Chianti Classico Collection, l’anteprima delle annate 2018, 2017 e della Riserva 2016, oltre che dei nuovi prodotti certificati Gran Selezione.

Siamo molto soddisfatti dell’affermazione del Chianti Classico sui mercati internazionali – ha dichiarato Giovanni Manetti – e, in particolare, del trend positivo degli Stati Uniti e del Canada e della tenuta di tutti gli altri mercati storici per i vini del Gallo Nero. Sono molto contento anche del risultato del mercato interno, che premia il lungo lavoro di rilancio della denominazione svolto negli anni e culminato con l’introduzione della Gran Selezione, la nuova tipologia di Chianti Classico sul mercato dal 2014. Ancora molto può e deve essere fatto ed è uno dei principali obiettivi del mio mandato di Presidente sarà quello di valorizzare ulteriormente la denominazione contribuendo a consolidarne il valore e l’immagine nella sfera delle eccellenze enologiche mondiali”.

Chianti Classico 2018, un’annata con ottime prospettive

L’annata 2018 nel territorio del Chianti Classico ha avuto un andamento climatico discontinuo con mutevoli situazioni meteorologiche che si sono alternate durante tutto il periodo che interessa il ciclo vegetativo del vigneto.

Al contrario dell’annata precedente, durante la quale per tutta la primavera e l’estate abbiamo avuto un lunghissimo periodo di siccità e temperature molto elevate, nel 2018 la caratteristica principale è stata proprio la mancanza di continuità della stagione asciutta e soleggiata.

Dopo un inverno tutto sommato abbastanza freddo, specialmente nell’ultimo periodo, durante il quale si sono registrate delle nevicate e delle giornate con temperature molto rigide, anche di alcuni gradi sotto lo zero, si è registrata una primavera all’insegna della variabilità. E’ stato un continuo susseguirsi di giornate soleggiate alternate a periodi più o meno brevi di piogge, frequentemente anche intense. Tale situazione si è protratta per tutta la primavera e per buona parte dell’estate. L’elevato e costante tasso di umidità unito al fatto che in certi periodi le piogge si sono manifestate quotidianamente hanno creato molto lavoro nella gestione fitosanitaria del vigneto.

Anche durante i mesi estivi la situazione non si è troppo regolarizzata perché fino ai primi giorni di settembre si sono verificati alcuni temporali che hanno provocato un innalzamento del tasso di umidità mantenendo le temperature su valori abbastanza freschi rispetto alle medie stagionali del nostro territorio, con un conseguente allungamento del processo di maturazione delle uve. Per gli agronomi non è stato semplice mantenere in equilibrio le piante che hanno continuato a vegetare fino ad agosto inoltrato. Fortunatamente la situazione si è regolarizzata nel mese di settembre: con una vera e propria inversione di tendenza, si sono susseguite giornate soleggiate, calde, ma con una buona escursione termica fra giorno e notte, che ha consentito il completamento del processo di maturazione delle uve e un tranquillo svolgimento delle operazioni di raccolta.

Dai pochi assaggi ai banchi si è avuta l’impressione che una buona parte della produzione 2018 presenta caratteristiche chimiche ed organolettiche idonee anche per un periodo di medio-lungo invecchiamento. Lo vedremo nel tempo.

La mia personale degustazione

Ancora una volta è impressionante la visione delle bottiglie aperte riservate alla stampa, servite ai tavoli da 4 posti dai sommelier, davvero capaci e volenterosi nel servizio e nella ricerca dei vini che per ognuno di noi è diversa a secondo dalla scelta personale che si intende fare. Ben 474 campioni allineati su due file e di cui sono aperte almeno due bottiglie per ogni tipologia. Questi i vini da poter degustare: 65 Chianti Classico 2017, 107 Chianti Classico 2016, 30 Chianti Classico 2015, 10 Chianti Classico 2014; 40 Chianti Classico Riserva 2016, 80 Chianti Classico Riserva 2015, 15 Chianti Classico Riserva 2014, 12 Chianti Classico Riserva 2013, 7 Chianti Classico Riserva 2012; 12 Chianti Classico Gran Selezione, 65 Chianti Classico Gran Selezione 2015; 31 Chianti Classico Gran Selezione tra le annate 2014 e le 2011. Nessuno di noi “degustatori” potrebbe assaggiare tutti i campioni messi a disposizione. Pertanto con tre colleghi, per accellerare i tempi di servzio, abbiamo deciso di degustare tutti e quattro gli stessi vini. Più condivisione e più certezze. E quindi si è deciso di iniziare con i vini Chianti Classico DOCG 2017. Campioni 65.

Un’annata il 2017 che ha messo a dura prova i viticoltori toscani.  È stato, infatti, uno degli anni più siccitosi degli ultimi decenni. I primi mesi dell’anno sono stati variabili, con qualche pioggia solo nell’ultima parte di febbraio e marzo. Poi qualche gelata tardiva, ma dal mese di maggio in poi le precipitazioni sono state davvero scarse. Solo sporadici temporali si sono verificati in alcune zone del territorio chiantigiano nel periodo tardo-primaverile. A questa scarsa consistenza di pioggia si è aggiunta la costanza di temperature sempre al di sopra della media stagionale che in alcuni periodi, specialmente nei mesi di luglio e di agosto, hanno raggiunto picchi molto elevati.

Solo nei primi giorni di settembre si sono verificate alcune piogge, non molto abbondanti, ma sufficienti ad interrompere quel calore che orami da tempo stava mettendo a dura prova i vigneti e le uve, piogge tardive ma comunque utili per far sì che il processo di maturazione delle uve potesse completarsi nel migliore dei modi. La produzione di Chianti Classico 2017 è risultata inferiore del 27% rispetto all’anno precedente. A fronte di una riduzione importante della qualità prodotta, a livello qualitativo i vini del 2017 hanno dato piacevoli sorprese. I colori hanno intensità e tonalità molto interessanti, vivaci e profonde. Note gradevoli nel profilo aromatico che risulta intenso con importanti note fruttate. Al gusto i tannini sono generalmente ben maturi e morbidi.

Complessivamente quindi un’annata molto piacevole che, nonostante gli scetticismi iniziali, ha prodotto alcuni vini di qualità che fanno ben sperare anche per una loro futura evoluzione. Questi i migliori 15 assaggi del 2017: Borgo Scopeto; Carpineto; Castagnoli; Castellare di Castellina; Castello di Fonterutoli; Castello di Verrazzano; Fèlsina; Fietri; Isole e Olena; Lamole; Le Fonti; Panzanello; Poggio Scalette; Riecine; Tolaini; Vecchie Terre di Montefili.

La nostra degustazione, a quattro, è continuata con i Chianti Classico Docg Gran Selezione 2015. Altri 65 campioni. Sull’annata 2015 ci eravamo dilungati lo scorso anno, solo per ricordare che è stata una vendemmia che può considerarsi eccellente per il risultato ottenuto nella qualità ineccepibile delle uve, grazie all’andamento climatico regolare. L’inverno è stato mitigato con alternanza di qualche giornata fredda, con temperature sotto lo zero. Primavera molto mite con temperature medio-alte favorevoli ad un germogliamento vegetativo regolare. L’estate è stata ottima nell’insieme, con poca piovosità e con temperature elevate nei mesi di luglio e agosto, ma compensate da una buona escursione termica notturna.

Tutte le fasi fenologiche (gemmazione, fioritura, allegagione e invaiatura) sono state perfette. Annata da considerarsi quindi di altissimo livello qualitativo. Un’annata che, più di altre, ha esaltato le caratteristiche del Sangiovese: dai valori in estratto, antociani, polifenoli e profumi varietali di unicità e concentrazione. E così abbiamo capito anche noi attraverso i bicchieri. Naturalmente nessun vino prova di botte.

Anche qui segnalo i migliori 15 assaggi: Banfi Fonte Alla Selva; Bibbiano Vigna del Capannino; Carpineto; Castello di Querceto Il Picchio; Castello di Volpaia Il Puro; Cecchi Valore di Famiglia; Felsina Colonia; Marchese Antinori Badia a Passignano: Rocca delle Macìe Sergio Zingarelli; Rocca di Castagnoli Stielle; Ruffino Riserva Ducale Oro; San Fabiano Calcinaia Cellole; Tenuta di Lilliano; Terra di Seta Assai; Vignamaggio Monna Lisa.

Rocco Lettieri

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